Un “metro” per fare la differenza.

 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che un metro è la distanza minima per preservare la nostra salute, e quella di chi ci sta intorno. Un metro che evita di contagiare ed essere contagiati. Questa imposizione, che riteniamo inevitabile, ha spontaneamente fatto scattare il nostro interruttore delle idee.
In forme diverse, ognuno a casa sua, abbiamo formulato la stessa domanda: come affrontare questo “metro” in vista della ripresa? Perché la ripresa ci sarà, ma sarebbe irrazionale pensare che tutto torni come prima, da subito.
Siamo architetti, designer, tecnici e manager, con la missione di ideare nuove soluzioni per il benessere delle persone nel loro contesto lavorativo. In sintesi, governare questo metro è pane per i nostri denti. E il brainstorming è iniziato.

 

La situazione è cambiata, cambiamo anche noi.

Non più tardi di qualche settimana fa, eravamo abituati a una società nella quale gli individui ragionavano in termini di spazio personale come elemento positivo di separazione gli uni dagli altri. Il paradosso del momento è che il metro stabilito dall’OMS impone quella separazione che ora percepiamo come limitazione. Ci vorrà del tempo per adeguarsi, soprattutto per chi è legato ad architetture tradizionali dello spazio lavorativo. Ma è anche vero che, per molti, non si è trattato altro che di una versione “intensiva” – e obbligata – di una modalità di lavoro già in corso. In realtà, il cambiamento era già in atto.

 

Una nuova era per chi vive l’ufficio e per chi lo progetta.

Il challenge è chiaro:

  • intervenire rapidamente rivisitando i concetti di “noi nello spazio”;
  • salvaguardare la sicurezza per la nostra salute;
  • favorire l’interazione sociale nonostante la distanza imposta.

Già che ci siamo, guardiamo al futuro. Perché l’impegno di oggi non sia solo una risposta all’esigenza del momento ma che abbia un senso per i tempi che verranno, che dimostri quanto abbiamo fatto tesoro di questo vissuto.

 

Di quel che c’è, non manca nulla. Le soluzioni a portata di mano.

In questi frangenti eccezionali, l’azione più naturale è una verifica di cosa c’è di usabile nell’immediato. Con spirito nuovo si passano al setaccio i prodotti, si individuano soluzioni alternative e si sperimentano nuovi “incastri”. Così il “metro” dell’OMS ha determinato la riconfigurazione degli spazi dell’ufficio, secondo Martex. Per farlo, abbiamo usato la linea Nucleo, nata molto prima del Covid-19, ma già pronta a contrastarlo;

 

COME?

 

  • Con i pannelli freestanding: modulari e facilmente riconfigurabili, fissi o su ruote. Ideali per separare agilmente le aree di lavoro.

       

 

  • Con i temporary work che permettono concentrazione ed isolamento, sono facilmente movimentabili, quindi riconfigurabili in ogni momento.
  • Con i pouf Nucleo che hanno in dotazione agganci sotto la struttura che permetto una facile unione tra pouff, ma permettono anche, soprattutto in questo momento, di essere disgregati e allontanati l’uno dall’altro per mantenere la giusta distanza tra le persone.

 

Qui tutta la linea NUCLEO – Buona visione